ARTICOLO APPARSO SULLA GAZZATTA DEL MEZZOGIORNO

10/12/2008
Per i nostri amici lontani, riportiano il seguente articolo:
“Emmaus, la cittadella del recupero compie 30 anni”
Di Enza Moscaritolo

Un ulivo trentennale nel cuore del villaggio è il simbolo della sfida vinta dal popolo di Emmaus sui pregiudizi e sugli anni. Su chi non credeva minimamente che il progetto evangelico guidato dal salesiano don Michele de Paolis e portato avanti da tre coppie di giovani coraggiosi potesse trasformarsi in realtà solida, concreta e operativa. Ieri quell´ulivo è stato piantato a conclusione dell´anno di iniziative organizzate presso il villaggio dell´Associazione "Comunità sulla strada di Emmaus" per celebrare trenta anni di vita e di attività. "La scelta, di questa data non è casuale spiega don Vito Cecere, presidente dell´associazione non ricorda solo l´inizio della. comunità di Emmaus, ma anche la nascita del primo oratorio salesiano fondato da San Giovanni Bosco l´8 dicembre del 1841 nel quartiere Valdocco, a Torino. Ieri è stata una giornata di festa e di ricordi, tra falò, canti, giochi e rappresentazioni teatrali della Cooperativa Arcobaleno. e della compagnia teatrale del Cerchio di Gesso. "Mio padre mi aveva preso per pazzo ricorda Nino Di Pilla che insieme alla giovanissima moglie decise di seguire la strada dell´evangelizzazione in comunità quando trenta anni fa lasciai Roma e gli studi per segire don Michele e don Nicola Palmisano e il loro progetto. I primi tempi sono stati davvero duri. Non avevamo niente nella prima casa cantoniera che ci era stata concessa, né acqua, né corrente elettrica. Ma non ci siamo mai pentiti della nostra scelta aggiunge qui sono nati e cresciuti i nostri figli (nel corso degli anni ne sono nati più di dieci dai diversi nuclei familiari, ndr) che hanno sperimentato la bellezza della condivisione e dell´aiuto reciproco". Su di un podere della “Siniscalco-Ceci” di trenta ettari, a pochi chilometri da Foggia, lentamente le baracche hanno lasciato il posto a solide costruzioni in muratura, uffici, una chiesa, cucine, laboratori e strutture per il recupero di giovani da alcoldipendenza e tossicodipendenze. Quella che è un tempo era la stalla oggi è divenuta la sala da pranzo. Da. lontano spicca anche una pala eolica impiantata non molto tempo fa. "Il bilancio che possiamo tracciare è senza dubbio positivo dichiara don Michele de Paolis oggi Emmaus e come quell´ ulivo, che speriamo diventi secolare: un tronco con tanti rami. E come un albero che ha portato tanti frutti. Dal modello di quest´esperienza sono nate la Casa del Giovane, l´Albergo Diffuso e numerose cooperative con spazi lavorativi e presto diventerà operativo anche il Villaggio Don Bosco, grazie alla collaborazione con le istituzioni che ci hanno sostenuto. Siamo sempre animati dal pensiero di don Bosco: essere i testimoni dell´amore di dio per i giovani, specie i più emarginati” Oggi Emmaus ospita circa, i quaranta persone per il percorso di recupero e dà lavoro a quindici operatori professionali, tra medici e psicologi. "La, nuova sfida prosegue don Michele è risvegliare questa cittadinanza assopita e sensibilizzarla perché sia accogliente e partecipe; diffondere lo stile della gratuità e del volontaríato. Dopo trenta anni ci siamo accorti che c´è ancora,tanto da fare. Oggi il bisogno emergente si chiama cocaina – sottolinea d. Vito ed è un grave problema che attraversa trasversalmente la nostra città, diffuso soprattutto tra i giovani e i professionisti".