INCONTRO A EMMAUS SULL´0MOSESSUALITA´

21/10/2010
Martedì 19 ottobre, i giovani accolti di Emmaus hanno vissuto un importante evento culturale: la proiezione del film “Due volte genitori”. Bellissime testimonianze di genitori di figli omosessuali. E´ seguito un vivace dibattito animato da Gabriele Scalfarotto, presidente dell´Agedo (Associazione Genitori Omosessuali) di Foggia. Il dibattito è continuato il giorno seguente, animato da d. Michele e dalla psicologa Claudia. Molti giovani hanno dichiarato di volersi liberare dai propri pregiudizi. Hanno compreso che l´omosessualità non è un peccato, non è una malattia, ma una struttura ormonale della persona, che va accettata nella sua diversità. Don Michele ha concluso leggendoci una sua risposta sul tema, apparsa nel libro “Caro Don Michele…” Io sono convinto che il Padre non escluda nessuno dal suo amore e non valuti la persona in base ai suoi impulsi sessuali, che sono dotazioni di natura e non scelta volontaria. Le connotazioni individuali di ciascuno di noi e che provengono dalla natura, sono un fatto, non una scelta. Così la statura, il colore della pelle, la forma del naso, la pigmentazione della pupilla. E anche gli impulsi, le tendenze sessuali. Non c´entrano niente la volontà e le libere scelte dell´uomo e quindi l´etica, il bene o il male. L´etica entra in gioco quando si fanno delle libere scelte, in base a questi impulsi: se sono scelte guidate dall´egoismo, dalla ricerca esclusiva del piacere, se opprimono e offendono il partner, sono moralmente cattive. Se invece sono guidate dall´amore, dal rispetto del partner, fonte per entrambi di una relazione più profonda, che causa sicurezza e pace; che fanno parte di un progetto di vita insieme, in cui condividere gioie e dolori, allora sono moralmente buone. Ma tali scelte, cattive o buone, le può fare sia un omosessuale sia un eterosessuale e solo in base alla qualità della loro relazione va formulato un giudizio morale. Ho visto con tristezza che il rappresentante del Vaticano all´ONU non ha votato a favore della deliberazione che condannava gli stati che perseguitano severamente gli omosessuali, perfino con la pena di morte. Comunque, penso che tutte le chiese dovrebbe essere più accoglienti verso questi loro figli, che già vivono una situazione sociale non facile e non meritano di essere respinti anche da chi opera nel nome di Gesù.