Masseria De Vargas, dal mio orticello alla “Città di tutti”: la due-giorni di Emmaus Tanta gente e un solo obiettivo: “Riprenderci la città”

13/10/2014
Dal sito di Foggia città aperta:
http://www.foggiacittaaperta.it/news/masseria-de-vargas-dal-
mio-orticello-alla-citta-di-tutti-la-due-giorni-di-emmaus.asp


“Dall´io al noi, dall´individuo alla comunità”: un sottotitolo che
può ben essere inteso come il punto di riferimento dell´intenso
lavoro operato nel sociale da parte degli attori protagonisti della
“due-giorni” di sabato 11 e domenica 12 ottobre. Dagli “orti
sociali” di Masseria De Vargas infatti, ha avuto luogo il primo di
una serie di eventi rivolti alla città e ai cittadini, organizzati allo
scopo di proporre un altro tipo di comunità, di integrazione
sociale. Forse, di una vera e propria società differente. LA CITTA´
DI TUTTI. “Fatti gli orti, adesso dobbiamo fare la comunità”: è
una delle frasi ricorrenti che, negli ultimi mesi, dalla costituzione
degli Orti Sociali in Masseria De Vargas, ha animato le iniziative
dei membri e amici di Emmaus. Dopo la distribuzione dei piccoli
lotti di terra ai cittadini, dopo la messa a coltura, i raccolti e gli
scambi tra questi, tocca alle persone, alle famiglie, ai gruppi di
individui che, senza conoscersi, hanno deciso di condividere una
stessa terra. Bisogna costruire la comunità dunque: ed è stato
proprio questo l´obiettivo dell´intero pomeriggio di sabato 11
ottobre, cominciato intorno alle 15 e conclusosi con un banchetto
finale. Prima tappa del progetto “La città di tutti”, finanziato dalla
Regione Puglia e organizzato su quattro linee di intervento:
educazione ambientale, educazione alimentare, educazione
finanziaria ed educazione alla socializzazione: “Vogliamo
riprenderci la città – ha dichiarato in merito la direttrice della
Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus, Rita De Padova – perché
crediamo che la nostra comunità abbia bisogno di ritrovarsi, di
tornare a fare le cose insieme... Non è un convegno, ma un
momento di scambio concreto”. C´E´ ANCHE “LA BANCA DEL
TEMPO”. La psicologa Marina Galati infatti, ha dato vita ad un
vero e proprio laboratorio umano con metodologia interattiva,
nel quale famiglie e gruppi di conoscenti si sono dovuti separare,
“costretti” a condividere, proporre, lanciare e rilanciare progetti
di comunità con altre persone. Non una sterile conversazione
intorno a tipi di società e comunità diversamente possibili, ma
idee da mettere in campo, tradotte su cartelloni affissi alle pareti
interne della Masseria. Il cibo, lo scambio di prodotti, gli acquisti
e i condomini solidali, il mercatino dell´usato, il baratto e il
“baratto senza baratto”, il quale tradotto può sintetizzarsi nella
cultura del dono, slegato da qualsiasi logica di “ritorno”. E
ancora: la realizzazione di una banca del tempo, ad esempio, la
quale metta al centro, come “oggetto di scambio”, uno dei beni
ormai più esosi della società occidentale, dando la possibilità a
gruppi di persone di beneficiare della propria fetta di tempo
libero a disposizione, valorizzando competenze e idee. Ma,
soprattutto, l´umanità di ciascuno. DAL LABORATORIO ALLA
QUOTIDIANITA´. Coltivare la Comunità, coltivare le relazioni,
coltivare la terra, coltivare la spiritualità e l´interiorità, coltivare
la speranza, coltivare l´umanità: questi i rispettivi momenti della
giornata di sabato, temi di incontro e di interrelazione che hanno
visto una cinquantina e oltre di partecipanti dare vita ad una
proposta di società e di comunità differente. Emmaus e Masseria
Antonia de Vargas, con la concreta esperienza degli Orti Sociali,
hanno fatto da base, supporto concreto in grado di dare il via ad
una serie di scambi e di realtà che, con ogni probabilità,
troveranno traduzione effettiva nella quotidianità di ognuno. A
conferma di quanto resti la centralità della persona, e la fiducia
in essa, la sola e unica risposta al bisogno di umanità sempre più
pressante delle attuali forme di comunità occidentali.
“Dall´io al noi, dall´individuo alla comunità”: un sottotitolo che
può ben essere inteso come il punto di riferimento dell´intenso
lavoro operato nel sociale da parte degli attori protagonisti della
“due-giorni” di sabato 11 e domenica 12 ottobre. Dagli “orti
sociali” di Masseria De Vargas infatti, ha avuto luogo il primo di
una serie di eventi rivolti alla città e ai cittadini, organizzati allo
scopo di proporre un altro tipo di comunità, di integrazione
sociale. Forse, di una vera e propria società differente.


LA CITTA´ DI TUTTI. “Fatti gli orti, adesso dobbiamo fare la
comunità”: è una delle frasi ricorrenti che, negli ultimi mesi,
dalla costituzione degli Orti Sociali in Masseria De Vargas, ha
animato le iniziative dei membri e amici di Emmaus. Dopo la
distribuzione dei piccoli lotti di terra ai cittadini, dopo la messa a
coltura, i raccolti e gli scambi tra questi, tocca alle persone, alle
famiglie, ai gruppi di individui che, senza conoscersi, hanno
deciso di condividere una stessa terra. Bisogna costruire la
comunità dunque: ed è stato proprio questo l´obiettivo dell´intero
pomeriggio di sabato 11 ottobre, cominciato intorno alle 15 e
conclusosi con un banchetto finale. Prima tappa del progetto “La
città di tutti”, finanziato dalla Regione Puglia e organizzato su
quattro linee di intervento: educazione ambientale, educazione
alimentare, educazione finanziaria ed educazione alla
socializzazione: “Vogliamo riprenderci la città – ha dichiarato in
merito la direttrice della Fondazione Siniscalco Ceci-Emmaus,
Rita De Padova – perché crediamo che la nostra comunità abbia
bisogno di ritrovarsi, di tornare a fare le cose insieme... Non è un
convegno, ma un momento di scambio concreto”.

C´E´ ANCHE “LA BANCA DEL TEMPO”. La psicologa Marina Galati
infatti, ha dato vita ad un vero e proprio laboratorio umano con
metodologia interattiva, nel quale famiglie e gruppi di conoscenti
si sono dovuti separare, “costretti” a condividere, proporre,
lanciare e rilanciare progetti di comunità con altre persone. Non
una sterile conversazione intorno a tipi di società e comunità
diversamente possibili, ma idee da mettere in campo, tradotte su
cartelloni affissi alle pareti interne della Masseria. Il cibo, lo
scambio di prodotti, gli acquisti e i condomini solidali, il
mercatino dell´usato, il baratto e il “baratto senza baratto”, il
quale tradotto può sintetizzarsi nella cultura del dono, slegato da
qualsiasi logica di “ritorno”. E ancora: la realizzazione di una
banca del tempo, ad esempio, la quale metta al centro, come
“oggetto di scambio”, uno dei beni ormai più esosi della società
occidentale, dando la possibilità a gruppi di persone di
beneficiare della propria fetta di tempo libero a disposizione,
valorizzando competenze e idee. Ma, soprattutto, l´umanità di
ciascuno.

DAL LABORATORIO ALLA QUOTIDIANITA´. Coltivare la Comunità,
coltivare le relazioni, coltivare la terra, coltivare la spiritualità e
l´interiorità, coltivare la speranza, coltivare l´umanità: questi i
rispettivi momenti della giornata di sabato, temi di incontro e di
interrelazione che hanno visto una cinquantina e oltre di
partecipanti dare vita ad una proposta di società e di comunità
differente. Emmaus e Masseria Antonia de Vargas, con la
concreta esperienza degli Orti Sociali, hanno fatto da base,
supporto concreto in grado di dare il via ad una serie di scambi e
di realtà che, con ogni probabilità, troveranno traduzione
effettiva nella quotidianità di ognuno. A conferma di quanto resti
la centralità della persona, e la fiducia in essa, la sola e unica
risposta al bisogno di umanità sempre più pressante delle attuali
forme di comunità occidental